INTERVISTA A VUNAK
Sono passati molti anni dalla prima volta in cui incontrai il mio istruttore e amico Paul Vunak. La prima volta che lo vidi fu a casa sua, quando mi accolse con in braccio i suoi due cani (il chiwawa e il bassotto) e mi invitò ad entrare per fare due chiacchere prima dell’allenamento. Nel corso degli anni ho avuto la fortuna di allenarmi e di vivere a casa sua per lunghi periodi. Oltre all’allenamento, c’è sempre stato spazio anche per una birra, una chiacchierata, uno scambio di idee; e così ho scoperto in Paul una persona semplice, umile, molto disponibile ma conscio di possedere un nome importante nelle arti marziali. Durante gli allenamenti in California ha sempre cercato di farmi allenare con i migliori istruttori della sua organizzazione la PFS. E’ in questo ambiente molto aperto al dialogo e al confronto che gli allievi di Vunak trovano un accrescimento che va ben al di là del livello tecnico. peraccrescermi sia psicologicamente che tecnicamente. La cosa che mi ha colpito molto è stato l’imparare maggiormente dalle cene fatte a “casa Vunak” mentre tagliavamo una pizza e sorseggiavamo una birrao durante i nostri pranzi fugaci in qualche take away o pub americano. Nel corso degli anni Paul è cambiato molto, da “tigre inquieta” si è trasformato in una persona serena e tranquilla anche se so che sotto la sua “corazza” è sempre pronto alla sfida,mai stanco di combattere e misurarsi.
L’ho intervistato varie volte e ho deciso solo ora di pubblicare al completo la sua intervista.
Abbiamo deciso assieme di non pubblicare le risposte e le domande sulla politica marziale o su determinati personaggi perché entrambi seguiamo una filosofia diversa.
A: Alberto Ceretto
P: Paul Vunak
A: Ciao Paul. Conosco il tuo curriculum ma vorrei sapere chi sono le persone che consideri tuoi maestri?
P: Mi sono allenato con moltissime persone, ma ho avuto solo due grandi maestri: Dan Inosanto e Rickson Gracie.
A: Hai studiato con Rickson?
P: Si. Ho incominciato il jiu jitsu nel 1995 con Royce, poi ho continuato con Rorion and infine con Rickson. E’ un vero fenomeno nella lotta.
A: Nei tuoi primi anni di insegnamento hai allenato molti famosi personaggi come Mark Denny, Steve Grody, Mark Balluf, James Keating e molti altri non è vero?
P: Si, ma penso che alcuni di loro presumano di essere famosi...(ride)
A: Puoi raccontarmi una storia dei tuoi primi anni alla Inosanto Kali Academy?
P: Guarda, ci sono molte storie divertenti che potrei raccontare ma non penso che tu abbia tutto questo tempo (ride). Te ne racconterò una. Molti anni fa Dan mi telefonò e mi chiese di andare alla sua accademia,per poi andare insieme a Hollywood. Durante il viaggio mi spigò che avremo dovuto prendere parte al telefilm “Chips”. Quando arrivammo Dan andò a chiedere informazioni e mi disse di aspettare qualche minuto. Tu sai quanto adoro gli animali. Durante l’attesa vidi una donna con una scimmietta. La seguii e le chiesi di poter tenere l’animaletto in braccio. La signorina me la lasciò e io incominciai a giocare con la mia nuova amica per qualche ora e mi scordai completamente di Dan! Quando corsi indietro dove avevo lasciato il maestro Dan era li che mi aspettava. Vide la scimmia e mi chiese: << Che cos’è quella? >> e io gli risposi che era la mia nuova amica. Dan, calmo e pacato mi disse: << Ok, Vunak, andiamo a casa >>,…….
A: Mi puoi dire quali erano i nomi degli studenti migliori alla Inosanto Kali Academy quando ti allenavi là?
P: I migliori combattenti all’accademia erano persone di cui nessuno ha mai sentito parlare. Nella mia esperienza, le persone che producono video e scrivono libri spesso non sono veri combattenti. Ce n’erano due davvero incredibili: Torrance Mathis and Alfonso Thomaz. Eravamo abituati a combattere e a sanguinare ogni giovedì sera (sorride). Era ormai diventato un rito. Li sognavo di notte e avevo il terrore di dover combattere di nuovo con loro.
A: Se ti dico dei nomi; a te che aggettivo viene in mente?
Dan Inosanto.
P: Completo.
A: Erik Paulson.
P: Un combattente umile.
A: Matt Thornton.
P: Un uomo grosso.
A: Rickson Gracie.
P: Il combattente più intelligente.
A: Rodrigo “Minotauro” Noguiera.
P: Il migliore.
A: Larry Hartsell.
P: Un buon amico e un buon guerriero.
A: Paul Vunak.
P: Sereno.
A: Me, Alberto Ceretto.
P: Grandissime potenzialità.
A: Mi hai sempre raccontato che Dan vi esortava a studiare con altri istruttori, questo non era contrario ai suoi affari?
P: Nel rapporto tra Dan e me è sempre venuta prima di tutto l’onestà. Se tu mi fai una domanda io ti darò la mia risposta onesta e poi i miei affari seguiranno. Preferisco parlare con il cuore ai miei allievi di tutto il mondo.
A: Quanti operatori della sicurezza o agenzie hai addestrato fino ad ora?
P: Molti. I più famosi sono: Swat, Navy Seals, FBI, Dea, CIA e altre compagnie e agenzie private.
A: Come mai hanno scelto te?
P: Non lo so minimamente (ride). Sono venuti un giorno e hanno bussato alla mia porta.
A: Per quanto tempo hai allenato iNavy Seals?
P: Per circa due anni. Poi ho tenuto dei corsi “istituzionali” molti di loro personalmente.
A: Puoi dirmi com’è stata l’esperienza di allenare gli US Navy Seals e le altre organizzazioni?
P: Per ognuno di loro è stato diverso. I Navy Seals sono molto individualisti,come me del resto. Ognuno di loro mi assomigliava molto, bevevano troppo ed erano un po' pazzerelli (ride). Gli agenti dell’FBI erano l’opposto. Avevano “la puzza sotto il naso”. Quando la CIA venne a bussare alla mia porta ero molto emozionato perché pensavo che sarei andato ad addestrare persone come James Bond, invece erano tutti uomini con la pancia che fumavano sigarette.
A:Preferisci insegnare ai Navy Seals o alle persone comuni?
P: Non mi piace insegnare ai gruppi militari perché devi essere cattivo, devi pretendere da loro il massimo e devi combattere con ognuno di loro per meritare il loro rispetto. E’ tutto basato su principi sbagliati. Preferisco insegnare a persone che cerchino nella pratica marziale una risposta ai loro interrogativi cosicché dopo la mia lezione si possono sentire meglio con loro stessi.
A: Che cosa si aspettavano da te i Navy Seals?
P: Volevano che gli insegnassi a controllare le loro emozioni;ad alcuni di loro ho insegnato il Killer Instict. Altri invece mi spiegavano le loro missioni e io adattavo l’allenamento e le tecniche ad esse.
A: Per quale ragione hai creato la Progressive Fighting System?
P: Perché in quegli anni i miei allievi erano troppi così avevo bisogno di un’associazione che li potesse raggruppare tutti. Ho scelto il nome "Progressive" perchè la nostra idea principale è la crescita con progressione.
A: E riguardo al logo?
P: Il mio logo simboleggia uno “Straight Blast”, la mia tecnica favorita.
A: Quando decidesti che il JKD sarebbe diventato il tuo lavoro?
P: Nel 1980 –1985stavo girando lo stato per tenere seminari con Dan. Molte persone ci chiedevano se potevano praticare e studiare il Jeet Kune Do con noi. Così, vista la numerosa richiesta, decisi di incominciare a divulgarlo.
A: Quanti video didattici hai girato nel corso di questi anni?
P: Non ricordo con esattezza il numero; probabilmente quaranta. Ho scritto anche due libri.
A: Come mai così tanti video?
P: Le mie videocassette sono un’espressione di me stesso. Ogni anno io cresco e l’espressione di me stesso cambia.
A: Pensi che sia possibile imparare il JKD o ilKali da un VHS ?
P: No. Assolutamente.Non puoi imparare nulla da un video. I libri e le video cassette sono la stessa cosa: non ti possono insegnare nulla. Possono aiutarti, migliorarti ma non insegnare. L’unica, maniera per imparare qualcosa è provare e praticare.Ho scritto libri e prodotto video cassette per aiutare i miei allievi in tutto il mondo non per insegnare qualcosa a loro.
A: Cosa pensi delJKD odierno?
P: Mi sento confuso quando vengo associato al JKD.Oggi tutti parlano di JKD ma non sanno cosa sia veramente. Io non uso la parola JKD. Preferisco dire che insegno il Progressive Fighting System,non il JKD. Oggigiorno è praticato da molti ma conosciuto da pochi. Bruce Lee lasciò dei principi alquanto ambigui. Così qualsiasi idiota può dire di praticare il Jeet Kune Do e usare i concetti ( il non aver via come via, il non limite come limite, ecc). Non è così però. Oggi c’è troppa politica.
A: Che cos’è il JKD per te?
P: Per me il JKD è un modo per diventare spirituale e collegarmi con l’universo.
A: Come l’Aikido?
P: Beh ,quelli che lo praticano pensano di essere collegati con l’universo ma non lo sono (sorride).
A: Tu sei conosciuto come uno degli allievi di Inosanto che ha allenato e insegnato molto il“Trapping”; perché lo consideri così importante? Molti istruttori pensano che il Trapping non sia efficace.
P: Lascia che ti spieghi una cosa. Il Trapping non è una tecnica. E’ una distanza. Quindi, se qualcuno dice che il “trapping” non è efficace è come dire che il sole e la luna non sono efficaci. Questa distanza è così corta che puoi usare le tecniche più efficaci e barbare: le testate, le ginocchiate e le gomitate.Se qualcuno dice che la tecnica “Pack sao” non è adatta a un combattimento da strada questo significa solo che non ha mai usato un buon “pack sao” in un combattimento da strada; è la persona che esegue la tecnica ad applicarla o no nella maniera corretta.
A: Che cosa pensi del Vale Tudo o dei combattimenti No Hold Barred?
P: E’ la miglior rivelazione di questi anni perché tutti hanno visto che è necessario combinare un lavoro in piedi come la kick boxing o la thai boxing con un lavoro al suolo. Penso che la terminologia non sia però corretta, poiché ormai di regole ce ne sono anche troppe.
A: Il Vale Tudo like è simile a un combattimento da strada?
P: No. Non ci potrà mai essere un torneo simile a un combattimento da strada. Sparare a un bersaglio è diverso dall’ andare in guerra. E’ impossibile avere un torneo con coltelli, bastoni e nessuna regola.
A: Secondo te, qual’è la miglior lezione da dare a un alievo?
P: Insegnargli un po’ di pugilato e un po’ di lotta al suolo.
A: Se potessi cambiare qualcosa della tua vita? Forse il tuo matrimonio (rido)?
P: A molte persone piacerebbe cambiare i loro errori, ma non a me. Gli errori sono i miei migliori amici. Mi ha insegnato più uno sbaglio di ogni vittoria.
A: Come ti alleni ogni giorno?
P: Faccio esercizi aerobici come il lavoro al sacco pesante, carenza (un esercizio simile alla boxe con l’ombra ma fatto con le armi) e corsa. Faccio questo tipo di esercizi due ore al giorno per mantenere il mio livello. Mi alleno con diversi istruttori per continuare a crescere e per la forza eseguo esercizi isometrici e core stabilization exercizes.
A: Core stabilization?
P: La ragione per cui sono così forte è un nuovo metodo di allenamento. Non è molto conosciuto in Europa ma in America ogni atleta professionista si allena in questa maniera. Si sollevano pesi rimanendo in equilibrio su una grossa palla di gomma che ti permette di far lavorare anche i muscoli più piccoli cercando il proprio equilibrio.
A: Così forte pur avendo una corporatura normale, perché non grosso?
P: Molte persone non si allenano con i pesi. Mi sono sempre allenato con i pesi e sono sempre rimasto della stessa taglia..
A: Segui un’alimentazione particolare?
P: La mia alimentazione è molto importante. Mangio moltissimi mirtilli perché sono degli anti ossidanti e faccio uso di proteine in polvere.
A: Molte persone dicono che Bruce Lee non studiava e non praticava Kali o il combattimento con il bastone. Cosa pensi in proposito all’allenamento con le armi?
P: Molte persone pensano a Bruce Lee come ad un idolo. Per me Bruce Lee fu un grande combattente ma credo che molti atleti di oggi, come Rickson Gracie o altri campioni dell’UFC, farebbero lo batterebbero. Bruce Lee non studiò combattimento con il coltello e il jiu jitsu. Io non tengo conto di cosa studiò o meno. Io mi alleno con le armi perchè credo in ciò che Dan mi disse e insegnò nel corso degli anni. Le armi ti rendono un atleta. Sono necessarie per l’auto perfezionamento.Una persona senza auto perfezionamento è come una macchina senza autista.
A: Perché rispetti così tanto Dan Inosanto?
P: Perché ha sempre parlato con il cuore. Quando ero alla Kali Academy c’era un uomo chiamato Alfred. Nessuno voleva allenarsi con lui perché era goffo e scarsissimo. Ogni volta che ci allenavamo lui rimaneva sempre in un angolo. Dan capì Alfred meglio di chiunque altro. Io vidi come si comportò Dan e capii che possedeva un grande cuore. E’ facile vedere Dan “tigre” o il suo killer instict ma è difficile vedere il suo cuore.
A: Che cos’è la “Kino Mutai” e come l’ hai scoperta?
P: La Kino Mutai è l’arte filippina di mordere e sgorbiare gli occhi.Quando incominciai ad allenarmi nel Brazilian Jiu Jitsu con i migliori istruttori brasiliani ero solito arrendermi anche contro una normalissima cintura bianca. Quindi decisi di allenarmi ancora più duramente.Dopo due anni qualsiasi brasiliano mi faceva ancora “battere”. Poi mi vennero in mente quello che Dan mi disse un giorno <<se sei in pericolo, Vunak, prova questi due morsi >> e un principio che Rickson mi spiegò molte volte, cioè<< il colpire ininterrottamente >>. Ma se sei nella posizione sotto il tuo avversario non puoi colpirlo ininterrottamente. Quindi fusi i due principi assieme: la Kino Mutai è scorretta ma estremamente efficace.La Kino Mutaiè il metodo per sconfiggere i lottatori. Le testate, le ginocchiate e le gomitate sono i metodi per sconfiggere le arti che prediligono il combattimento in piedi. Distruggere la mano armata è il modo per “fregare” il combattimento armato.
A: Come si può a riconoscere un buon insegnante?
P: Prima di tutto credi a ciò che vedi, poi lascia che il tuo cuore ti guidi.
A: E per essere un buon insegnante?
P: Per essere un buon insegnante devi essere ,allo stesso tempo, un buon combattente e un buon comunicatore. Devi essere in grado di trasmettere e devi possedere un buon livello tecnico per impressionare la gente quando ti muovi.
A: Studiare più arti marziali diversi istruttori non può essere dannoso o confondere l’allievo?
P: Quando esorto i miei allievi a studiare io intendo combattere.Io voglio che ognuno di loro senta la forza di Rickson e di Dan. Voglio che si arrendano e “battano” centinaia di volte. Solo in questa maniera possono capirela bellezza di ogni arte marziale. Ci sono solo quattro distanze: calci , pugni, intrappolamento, lotta. Per la distanzadei calci io ho combattutocon Daniel Duby otto ore al giorno per molto tempo. Per la distanza dei pugni sono andato in una palestra professionale di pugilato e ricevetti migliaia di colpi. Per l’intrappolamento ho fatto straight blast con i migliori praticanti di wing chun ;e per la distanza di lotta, mi sono allenato con Rickson tantissime volte. Non ho appreso tutto alla Kali Academy .Ho imparato ogni disciplina dai migliori.
A: So che alcuni anni fa la tua vita era completamente diversa…
P: Dieci anni fa se qualcuno mi guardava male mentre camminavo per la strada incominciavo a “riscaldarmi” e gli saltavo addosso in un attimo. Ora, invece, cerco di usare le cose che so per aiutare gli altri. Cerco di farli sentire meglio e di far trovare la loro forza interiore.
A: Cosa pensi del combattimento senza protezioni o con poche protezioni ma armati?
P: Lascia che ti spieghi una cosa. Se combatti con un bastone di rattan questo è un bastone d’allenamento. Se combatti con un tubo di ferro, ora puoi parlare di combattimento reale. Se usi un’arma come un tubo di ferro puoi disarmare un assalitore solo colpendo la mano armata, quindi non c’è bisogno di colpire la testa… capito dove voglio arrivare con questo esempio?
A: Perché ritieni così importanti gli esercizi di auto perfezionamento?
P: Ti racconto una piccola storia. Quando ero alla Kali Academy facevo boxe sei giorni la settimana quattro ore al giorno. Pensavo di aver raggiunto un buon livello. Un giorno feci sparring con un certo Bruce Curry. Fui colpito così violentemente che rimasi disteso a terra. Dan si avvicinò e mi chiese cosa fosse successo. Gli dissi che non riuscivo a vincere nonostante mi allenassi duramente e molte ore al giorno. Dan allora mi disse: << Vunak, quando fai sparring di pugni e calci devi farlo fuori dalla tua categoria di peso. C’è solo un modo , che io conosco,per combattere fuori dalla tua categoria di peso, devi rompere il dente al serpente e renderlo innocuo >> A quel punto gli chiesi <<quale serpente?>>. Dan mi guardò e mi disse: <<il serpente in senso metaforico, Vunak>> ma so che i suoi occhi intendevano dire <<il serpente in senso metaforico, idiota!>> ( ride). Quando colpisci la mano armata, l’avversario lascia cadere la propria arma e tu hai “rotto il dente al serpente”. Nel combattimento a mani nude, il modo per rendere innocuo l’avversario è quello di usare lo straight blast contro il suo viso e costringerlo a indietreggiare. Dopo quell’episodio mi misi il caschetto e feci sparring a pieno contatto in tutte le classi. Alla fine Dan si stancò di vedermi cenare tardi per sera (sorride) e così mi consigliò di smettere di fare sparring e di incominciare la sua classe di kali. Dopo sei mesi in cui mi allenai con la sumbrada, la numerada e altri esercizi filippini di auto perfezionamento ero capace di chiudere la distanza con lo straight blast e di terminare l’avversario con testate, ginocchiate e gomitate tutti i miei avversari.
Dopo anni di allenamento ho creato degli esercizi appositi per rendere funzionale l’intrappolamento di più persone. Questa è la ragione per cui trovo ironico che le persone che dicono che gli intrappolamenti non sono funzionali sono anche quelli che disprezzano gli esercizi di auto perfezionamento.
A: Progetti per il futuro?
P: Vorrei aprire alcune scuole sulla costa est che insegnino il nostro metodo di combattimento da strada. Il nostro metodo è ottimo per sopravvivere da una vera aggressione da strada. Io uso questo esempio: quale tecnica verresti avere per sopravvivere in una prigione di massima sicurezza? Quindi ti insegnerò questo...a sopravvivere. La seconda cosa che farò è quella di riorganizzare la mia PFS, scegliendo i migliori istruttori, che sono anche miei amici e che vogliano insegnare senza raccontare stupidaggini alla gente.Tutti i miei istruttori, e io per primo, insegnamo con una mentalità aperta e con assoluta onestà.In cinque anni voglio vedere la mia PFS non più grossa, ma più piccola e più affiatata, come una famiglia.
A: Grazie Paul.
P: Grazie a te. Continua a crescere e a migliorarti.