INTERVISTA A RUAS MARCO
Dopo innumerevoli telefonate andate a vuoto e messaggi lasciati sulla segreteria telefonica, un mattino, alle otto e trenta, ricevo la chiamata di un Maestro con cui, da anni desideravo allenarmi… Marco Ruas. Nel suo “strano” inglese mi indica il luogo in cui è ubicata la sua palestra e mi invita ad allenarmi con lui il giorno seguente. Così la mattina dopo, animato da grande euforia, mi reco ad incontrare questo uomo o leggenda del Vale Tudo . Nonostante le indicazioni siano precise riesco a sbagliare più volte strada; mi presento nonostante ciò all’appuntamento in perfetto orario.
Dopo una amichevole e calorosa chiacchierata di “benvenuto” incomincia la lezione che, nonostante i giorni passati ad allenarmi con altri atlete del calibro di Chris Brennan, trovo estremamente dura. Marco mi sottopone ad allenamenti fisici e mi insegna tecniche per chiudere la distanza e portare al suolo l’avversario nella maniera più veloce possibile. La parte più dolorosa viene però quando incomincio a lottare a terra con lui. Data la differenza di peso (35 kg circa), la forza fisica di Marco e la sua abilità mi ritrovo, o a fine allenamento, dolorante e pieno di contusioni. Insomma, un po’ come essere passato sotto un rullo compressore… In questo stato incomincio l’intervista.
A: Alberto Ceretto
R: Ruas Marco
A: Anche se orma sei molto noto puoi parlarmi della tua “vita” marziale, dagli inizi fino ad oggi?
R: Ho incominciato la mia carriera marziale all’età di 13 anni con mio zio: era una cintura nera di Judo e possedeva una palestra in cui si praticavano varie arti marziali come la capoeira,il karate, il taekwondo e naturalmente il judo.Io non pagavo niente per allenarmi, quindi praticai fin dall’inizio tutte le suddette arti marziali. Nella capoeira e nel taekwondo raggiunsi il grado di cintura nera. Mi allenavo ogni giorno. Dopo aver studiato judo e aver imparato un po’ di lotta a terra incominciai con la lotta libera.Il judo mi diede un’ottima base per il combattimento, ossia la capacità di posizionare e di “sentire” il corpo, mentre la lotta libera mi insegnò molte tecniche di finalizzazione e di proiezione. Studiai con vari maestri fino all’ incontro con Roberto Leitao. La lotta insegnata da lui mi piacque così tanto che lo seguii per vari anni; tutt’ora lo considero fondamentale per la mia crescita. Mentre mi allenavo con lui affrontai il mio primo match di Vale Tudo. Da allora sono passati circa venti anni. Dopo quel primo match decisi di approfondire il jiu jitsu perché avevo capito che era molto importante saper mantenere una posizione stabile nella lotta a terra. Scelsi la palestra di Osvaldo Alves e incominciai con lui il mio tirocinio nel jiu jitsu brasiliano. (Marco è molto entusiasta mentre parla dei suoi primi allenamenti,li rievoca con passione del bambino,con gli occhi lucenti di un bambino che ricorda un meraviglioso negozio di dolci. n.d.A.).
Mentre mi allenavo con Osvaldo Alves nel jiu jitsu frequentavo anche altre palestre di lotta perché ero ansioso di imparare sempre di più, senza però far parte di nessuna squadra agonistica.
A: Ma allora, a causa della rivalità tra palestre,non era vietato allenarsi in palestre diverse dalla propria?
R: Si, purtroppo era così. Infatti non volevo far parte di nessuna squadra agonistica proprio per questa ragione. Più volte Carlson Gracie mi chiese di combattere per lui ma io rifiutai sempre. Il segreto del Mio allenamento era proprio questo: allenarmi nel maggior numero possibile di arti marziali, prendendo il meglio di ognuna. Inserii nel mio programma di allenamento i calci della Muay Thai, il pugilato della Boxe, la lotta della lotta libera e le finalizzazioni del jiu jitsu. Ogni arte marziale ha tecniche “buone” per il Vale Tudo; ad esempio la capoeira è utile per fare esercizi cardio vascolari e per incrementare il fiato (resistenza). Ho sempre considerato ogni arte marziale magnifica e se ne avessi il tempo le praticherei tutte.
A: La rivalità tra il jiu jitsu e la lotta a cosa era dovuto allora?
R: Sicuramente a un fatto: tutti i praticanti di jiu jitsu sostenevano di essere i migliori e che la loro arte fosse la migliore in tutto e per tutto, ma ciò non era vero.Mancavano la lotta in piedi e le tecniche di percussione. Guarda oggi. Se il jiu jitsu fosse davvero superiore non credi che tutti noi studieremmo solo quello ? Invece persino loro praticano adesso la thai boxe, la boxe , fanno pesi tutti i giorni. Fanno ciò che un tempo sostenevano essere inutile e inefficace per l’auto difesa e per il Vale Tudo. Io fui il primo a incominciare quello che oggi viene chiamato Cross Training.
A: Quindi tu sei uno di quegli istruttori che negano la superiorità di un’arte marziale rispetto ad un’altra…
R: Esatto. Io rispetto ogni arte marziale;il karate, il kung fu, la capoeira, ecc. Molte di loro, prese singolarmente, non sono adatte al Vale Tudo.
A: Il Ruas Vale Tudo è quindi un “mix”, se posso definirlo volgarmente così,delle migliori tecniche di arti marziali diverse?
R: Non è proprio un mix.Ho cercato di unire tutte le migliori tecniche, i più efficaci metodi d’allenamento sperimentati in trent’ anni di assidua pratica e di combattimenti disputati personalmente. Ritengo sia un sistema molto completo e utile non solo per il Vale Tudo ma anche per l’auto difesa.
A: Chi è stato il tuo miglior insegnante?
R: Ho avuto molti istruttori eccezionali. Ognuno di loro mi ha insegnato cose utili, sebbene molti di loro eccellessero in un solo aspetto del combattimento: alcuni sapevano lottare bene ma solo in piedi, altri colpirti con una miriade di colpi ma se finivano a terra rimanevano immobili. Fra tutti quello cui ho il ricordo più bello è Roberto Leitao Senior.
A: Mi puoi parlare della tua esperienza come insegnante?
R: Trovo estremamente divertente e stimolante l’insegnare anche se a volte è faticoso (sorride perché prima di allenare me, per due ore consecutive ha combattuto con Fujita un atleta professionista del Pride). I miei insegnamenti non sono teorici,ma essenzialmente pratici. Mi alleno con i miei allievi,non solo mostro loro la tecnica, ma la provo e la sperimento assieme a loro. Guarda oggi con Fujita: è venuto ad allenarsi con me per il Pride e ho lottato con lui per un’ora e per un’ora gli ho tenuto le passate e i “pao”. Ho sudato e ho combattuto con lui. I miei insegnamenti sono tanto più validi in quanto io sono sia un atleta che un istruttore e ho alle spalle 30 anni di allenamenti duri. I miei allievi credono in me proprio per questo e io credo in loro. Quando faccio loro da angolo urlo negli occhi e ordino di colpire ed essi lo fanno perché sanno che anche io sono stato lì a combattere al posto loro. Ho dedicato tutta la mia vita alle arti marziali e so di averlo fatto al meglio.
A: A chi preferisci insegnare, agli agonisti o agli amatori?
R: Sono due cose diverse.Gli amatori vengono qui ad allenarsi soprattutto per mantenersi in forma e imparare un po’ di autodifesa. Fanno un allenamento più leggero e più tranquillo. Gli agonisti invece hanno un regime d’allenamento molto più serrato e faticoso.Guarda Fujita oggi (ride). Sicuramente un amatore non avrebbe fatto tutto ciò che ho chiesto al giapponese prima. A un agonista chiedo anche di non bere,di non fumare e di non fare tardi la sera. Sono però anche il primo a dare il buon esempio.
A: Tra i tuoi allievi chi è il migliore?
R: Ho una buona squadra di Vale Tudo adesso, ma fra tutti sicuramente Pedro Rizzo. Si allena con me da quando aveva quindici anni. Era un ragazzo grassottello e pelandrone e adesso guarda con l’allenamento e con il mio aiuto dove è arrivato. L’ ho fatto combattere in America, in Giappone nel Pride e nel K-1. Cerco di aiutare tutti i miei allievi e amici a combattere. Ho spinto i promotori del Pride a far combattere Minotauro e Renato Babalu per la prima volta in Giappone. Rizzo avrà un altro match a Novembre e la prossima settimana sarà qui da me ad allenarsi.
A: Cosa pensi della “crescita” del Vale Tudo nel mondo e in Europa in particolare?
R: E’ quello che ho sempre desiderato. Ora il Vale Tudo è conosciuto in tutto il mondo:Canada, Russia, Europa, Corea , Giappone, ecc. Ogni paese propone eventi e tornei di Vale Tudo. In Europa è appena nato. Vi sono ottimi kick boxer e thai boxer ma sono carenti nella lotta e nel lavoro a terra. Sono sicuro che in un paio di anni il livello crescerà notevolmente. In Europa ho un amico, Bas Rutten, che ora vive in California. E’ un ottimo stricker e lottatore.
A: Quanti incontri hai disputato nella tua vita?
R: Non ricordo con certezza. Ho combattuto in tutte le discipline in cui potevo competere:thai boxe, luta livre, pugilato, kick boxing e Vale Tudo. Nel Vale Tudo ne ho fatti circa 25/26. Dopo il mio primo match con Pinduka, l’allievo di Carlson Gracie, ho voluto combattere di nuovo e da allora non ho mai smesso.
A: Ci racconti qualcosa di quel famoso primo match con Pinduka?
R: E’ stato un match molto duro per me.Pinduka era un ottimo allievo di Carlson Gracie quindi conosceva molto bene il lavoro a terra. Cercava di finalizzarmi ma possedendo io una buona base non ci riusciva.Colpivo da tutte le posizioni.Ha vinto lui ma il combattimento mi ha lanciato nel mondo del Vale Tudo.
A: Il tuo ultimo match a quando risale?
R: Ho combattuto due anni fa , qui in California, con un atleta di wrestling di nome Lambert. Il wrestler aveva 24 anni e quindi si sentiva sicuro della sua prestanza fisica e della sua superiorità perché mi vedeva come un vecchietto (ride). Io con i miei quarantadue anni l’ho portato al suolo e gli ho applicato una leva al tallone dopo quarantacinque secondi dall’inizio.
A: Parlaci dei tuoi prossimi incontri.
R: Voglio combattere prossimamente in Corea. Ora in Corea stanno organizzando eventi del calibro del Pride. Stesso grande show con ancora più soldi in palio. Mi hanno già invitato.
A: Una curiosità di molti… quanti soldi guadagni per un combattimento?
R: Un tempo dipendeva dall’incontro che dovevo disputare. Adesso, per metter in gioco il mio nome, prendo circa 50.000 $. Per il Vale Tudo riesco a contrattare per alte somme. Guarda con Pedro Rizzo cosa ho fatto: sono riuscito a fargli firmare un contratto di un milione di dollari per cinque incontri. Il miglior contratto nell’ NHB. Il prossimo combattimento di Pedro sarà con Ricco Rodriguez nell’UFC per quaranta mila dollari.
A: Quindi hai i contatti giusti per poter stipulare dei buoni contratti?
R: Si certo. Ma i contratti non sono poi così buoni come tu credi. Guarda nella boxe: per un match prendono un milione di dollari. Guarda Tyson quanto prende. Il Vale Tudo è molto più duro della boxe, più faticoso e più pericoloso. Necessiterebbe di “borse” molto più alte.
A: Passiamo ora alla parte atletica. Prima di un incontro che tipo di allenamento segui?
R: Dipende dall’avversario che devo affrontare. In genere, prima di un match mi alleno per circa tre mesi, tutti i giorni tre allenamenti di due ore ciascuno, sei giorni la settimana con un giorno di totale riposo. Faccio molto lavoro cardiovascolare per il fiato e la resistenza. Corro moltissimo sulla spiaggia e nelle settimane prima del match vado a correre in montagna. L’allenamento che faccio con gli allievi prima del mio incontro è diverso: mentre nelle lezioni normali mi controllo e vado molto leggero (io non sono della stessa idea….. J), per allenare me stesso vado molto veloce,affondo di più i colpi e il mio spirito e la mia testa sono completamente concentrati. Ritorno ad essere uno studente ed ad allenarmi tantissimo.
A: Sollevi anche pesi?
R: Si due volte la settimana.Non sollevo molto peso ma eseguo molte ripetizioni con un carico medio.
A: Puoi farmi un esempio dei circuiti che fai con le macchine?
R: Certo! Scelgo da otto a dieci macchine ed eseguo gli esercizi cambiando macchina ogni trenta secondi senza mai prendere fiato per circa cinque minuti. Ad esempio: lat machine, squat, pectoral machine, curl, calf, pulley, bench press e tapis roulant veloce per trenta secondi a macchia. Un altro tipo di percorso che eseguo è invece fatto da un’ora circa di pesi: ripetizioni da dodici con carichi medi. Quest’ultimo percorso tipo però lo interrompo due settimane prima di combattere per non irrigidirmi troppo. Faccio moltissimo stretching per essere sempre molto flessibile. Quando ero giovane facevo molto power training con poche ripetizioni (6 max 8) con il massimo del carico. Ora faccio il contrario.
A: Quanti minuti durano i tuoi round d’allenamento?
R: Dipende. Prima a Fujita ho fatto fare dieci minuti di lotta e 5 minuti per ognuno dei seguenti esercizi: passate, pao, lotta , sparring intervallati da un minuto di recupero, infine stretching.
A: Dopo un combattimento per mantenere il tuo fisico cosa fai?
R: In genere mi prendo due settimane di riposo e poi ricomincio ad allenarmi.
A: Due settimane di completo riposo?
R: Non completo. In quelle due settimane corro ma in maniera tranquilla, nuoto, alleno gli allievi e sto con la mia famiglia.
A: Parliamo invece dell’alimentazione. Che cosa mangi nel periodo precedente ad un match?
R: Innanzi tutto non mangio zuccheri e dolci perché riducono la mia resistenza.Un tempo ho provato la dieta “a zona” ma non riuscivo a mantenere le prestazioni fisiche alte così la interruppi. Adesso faccio cinque pasti o tre, dipende dalle lezioni private ( in effetti per via del nostro allenamento e dell’intervista è stato costretto a “saltare” il pranzo ) e dal tempo che ho a disposizione. In genere faccio cinque pasti due dei quali a base di proteine ( barrette o shake di proteine solubili ). Per il mio tipo di allenamento sono fondamentali le proteine che assimilo tramite carne bianca come petto di pollo o tramite il pesce.Mangio molti broccoli… li adoro! Mi piace anche molto la pasta ma consumo più riso perché trattiene di più i liquidi ed è più digeribile. Se invece devo aumentare di peso perché il mio avversario è più pesante arrivo anche a fare sette pasti al giorno. La cosa più importante è scordarsi dello zucchero, dell’alcol e del fumo ( sigarette ) .
A: So che sei ancora desideroso di combattere e di metterti alla prova. Quando sarà il tuo prossimo match?
R: Probabilmente il prossimo anno in Corea. In Corea perché, come ti ho detto, pagano bene… molto bene!
A: Ho sentito che hai ricevuto anche degli inviti dai promotori del Pride, è vero?
R: Si mi hanno invitato molte volte. Se il prossimo anno mi rinvitano e la “borsa” è alta allora posso pensare di combattere per il loro evento.
A: Preferisci combattere nel Pride o nell’UFC?
R: Vedi l’UFC è quello che mi ha lanciato ( UFC VII ) ed è quello che mi ha reso famoso in America. Mentre il Pride è un grande evento,organizzato benissimo e il pubblico è eccezionale. Sia che tu vinca che tu perda ti acclamano,ti chiedono autografi e per loro sei sempre un ottimo fighter. Nell’UFC se vinci per il pubblico sei il migliore ,se perdi ti fischiano e non sei nessuno. Ma nonostante questo preferisco l’UFC. Diciamo pure che ci sono affezionato e in un certo senso è la mia casa.
A: Quindi se ti offrissero di combattere di nuovo nell’UFC lo faresti?
R: Dipende sempre dalla borsa che mi offrono. Se fosse buona sicuramente.
A: Tutti dicono che Rickson Gracie è il miglior combattente che sia mai esistito,che è un fenomeno e nessuno riuscirebbe a tenergli testa;cosa pensi tu di lui?
R: Molto tempo fa c’è stata rivalità tra me e Rickson,lui scriveva sui giornali che non ero tecnico e che non conoscevo nulla del jiu jitsu. Ora le nostre divergenze si sono appianate. Lui per me rimane un buon atleta sebbene non completo,è un ’ ottimo praticante di jiu jitsu non efficace nel combattimento in piedi. Penso che oggi, combattenti più completi potrebbero batterlo facilmente.
A: Chi è il tuo miglior allievo in America?
R: Robert Hemerson. Ha appena combattuto nel Pride e ha dato un’ottima prestazione di sé.
A: Nel Pride , secondo te, chi è il migliore?
R: Nel Pride ci sono atleti molto validi come Minotauro, Sakuraba. Secondo me il più bravo è Mirko Cro Cop, anche se dovrebbe migliorare un po’ la sua lotta a terra.
A: Quanti giapponesi hai allenato?
R: Dopo la mia prima partecipazione al Pride sono venuti da me molti giapponesi come Yasuda, Fujita e molti altri. Quello che mi piace in loro è che credono totalmente in te.
A: Hai una squadra in America che si allena con te e combatte nel Vale Tudo?
R: Certo, ho una buona squadra che sta crescendo.
A: Tutti ti chiedono delle tue vittorie, puoi invece parlarci delle tue sconfitte?
R: Ho perso una volta nel Pride 4 contro Otsuka. In quel periodo stavo allenando Takada per combattere contro Rickson Gracie. Takada mi chiese di combattere nel Pride e mi disse che mi avrebbe trovato un buon avversario. Chiese a molti atleti ma tutti rifiutarono di combattere con me quindi venne scelto un certo Otsuka, atleta sconosciuto. Io accettai perché Takada continuava a dire che non era un atleta molto forte. Due settimane prima del match mi allenai con Mark Kerr e lui, in una proiezione tirò troppo e mi ruppe i legamenti del ginocchio.Corsi a mettere il ghiaccio subito e lo tenni per due ore ma il ginocchio non voleva smetter di gonfiare. Così incominciai a prendere antiinfiammatori assieme alle proteine e agli amminoacidi ramificati. La combinazione di queste cose provocò un effetto collaterale strano: mi sentivo sempre stanco e vedevo abbassati notevolmente le mie forze e il mio fiato. Decisi di combattere ugualmente ma durante l’incontro con Otsuka mi sentii troppo fiacco. Persino nella prima ripresa mi riposavo e cercavo di difendermi dai colpi di Otsuka che ,sinceramente , erano pure deboli. Nella prima ripresa stavo per strangolarlo ma suonò la campanella di fine round. All’angolo dissi a Bas Rutten che ero troppo stanco per continuare e che le mie braccia sembravano di piombo. Nella seconda ripresa mi difesi nella mezza guardia e poi mi ritirai. Il medico che mi vide il ginocchio mi chiese come facevo a camminare. Dopo quell’incontro chiesi la rivincita molte volte ma non me la diedero mai. Otsuka si ritirò e il mio nome perse di prestigio. Un altro match che persi è quello contro Maurice Smith. Anche in quell’occasione il mio ginocchio usci dalla sede e fui costretto ad abbandonare. Ho sempre combattuto con i legamenti del ginocchio rotti, già nell’UFC VII erano così. Primo o poi la dovevo scontare. Ora mi sono fatto operare chirurgicamente ed il mio ginocchio è tornato come nuovo. Ho combattuto l’anno scorso vincendo senza nessun problema e sono pronto a combattere di nuovo.
A: Prima di un incontro o prima di entrare nella gabbia puoi dirci le sensazioni che provi?
R: Questa è una bella domanda. Guarda , prima di salire sul ring o di combattere l’adrenalina è a mille, invece appena salgo finisce tutto. E’ come se vi fosse una barriera tra gli spogliatoi e il ring. Quando combatto sono tranquillo,ormai ho una grande esperienza e non sono al mio primo match. Un’ora prima di combattere, lo ammetto , sono molto agitato. Magari la sera prima , mentre vado a dormire, penso a tutte le tecniche che posso fare e ai colpi che posso tirare; ma una volta che entro nella gabbia sono tranquillo. Ricordati che la parte più dura di un incontro non è il match stesso ma l’allenamento precedente a quel giorno. Se ti sei allenato bene l’incontro è una cosa semplicissima che dura magari pochi secondi, guarda il mio ultimo… (ride)
A: Quando combatti per chi combatti? Per te stesso? Per i soldi?
R: Innanzi tutto combatto per la mia famiglia (mia moglie e le mie tre figlie) e poi per il mio pubblico. Non combatto tanto per i soldi. Se mirassi solo ai soldi dovrei accettare tutte le offerte che mi giungono invece sono molto selettivo. Per me la famiglia è al primo posto. Penso che tutti dovrebbero averne una che li sostiene e li aiuta.
A: Hai dei progetti per il futuro?
R: Come ti ho detto prima spero di combattere ancora una volta, in un grosso evento,magari in Corea e poi chissà… Tutte le volte che ho disputato un incontro ho detto che sarebbe stata l’ultima volta ma guardami qua, pronto a combattere di nuovo. Voglio anche dedicarmi molto agli allievi e alla mia famiglia. Se ti alleni non hai molto tempo a disposizione per queste due cose. Adesso ho comprato una bella casa negli Stati Uniti e una in Brasile vorrei godermele.
A: Un consiglio per chi vuole combattere nel Vale Tudo?
R: Allenatevi tanto e l’incontro sarà semplice; allenatevi poco e sarà duro.
A: Grazie Marco per l’interviste e per l’allenamento.
R: Grazie a te. E’ stato un piacere.