Nel panorama delle Arti Marziali il personaggio più significativo è stato, sino ad ora, Bruce Lee. Nacque il 27 novembre 1940 a San Francisco e morì a Hong Kong il 20 luglio del 1973. Fondatore del Jeet kune do iniziò lo studio delle arti marziali a 13 anni sotto la guida del gran maestro Yip Man (nello stile Wing Chun). Si trasferì all'età di 18 anni in California(a causa di diverse risse e denunce) e lì incominciò l’elaborazione e lo studio di più di 26 arti marziali che sarebbero poi diventate prima "Jun Fan Gung Fu" e poi Jeet Kune Do.
Il Jeet Kune Do Concepts
Come dice il nome il "Jeet Kune Do Concepts" (JKD) è un insieme di concetti in continua evoluzione.Non è un sistema di Wing Chun modificato come molti sostengono. Bruce Lee era solito dire: "usa tutte le tecniche necessarie senza farti condizionare da nessuna di esse". Questo è il JKD:la libertà di pensiero e di espressione. Lo studio di tutto ciò che può servirti in una situazione reale di pericolo, senza dimenticare i concetti da cui sei partito. Il JKD si adatta ai tempi, alle circostanze e all’ambiente che lo circonda; permette all’ individuo che lo pratica di raggiungere determinate capacità fisiche e psichiche ottenendo un’abilità difensiva e offensiva, in situazioni cosiddette "a rischio", in tempi brevissimi. Questa è una delle ragioni principali per cui è stato selezionato come programma portante dell'I.M.A.RA.. Dal punto di vista tecnico il JKD è una sintesi di quanto di meglio le Arti Marziali possono offrire ed è oggi utilizzato, grazie a Paul Vunak, dai più prestigiosi "Corpi Speciali" statunitensi. L'I.M.A.R.A. segue i concetti del JKD e lo porta a un livello di esplosività ed efficacia incredibili. E’ velocissimo da apprendere, funzionale per uomini e donne e completo nel combattimento con o senza armi,in qualsiasi ambiente e luogo e in qualsiasi distanza.
Il JKD dell’ I.M.A.R.A. si differenzia dal Jkd di altre associazioni per la maggior attenzione posta all’azione di difesa reale e non fittizia! Molti parlano di Jeet kune do, Kali, Brazilian Jiu Jitsu , Vale Tudo senza sapere che cosa essi siano realmente e che relazioni li leghino. In un mondo come questo,spesso confuso, pieno talora più di parole che di fatti,noi speriamo di fare un po' di luce e ci proponiamo di rendere la vita del praticante il più facile possibile.
PROGRAMMA TECNICO
Innanzitutto il programma dell’I.M.A.R.A. prevede lo studio delle quattro distanze fondamentali di combattimento e all’interno di esse inserisce le più disparate metodologie d’allenamento e le tecniche più efficaci. Vediamo le quattro distanze
Distanze di combattimento
1. Kicking Range (Calci) = è la distanza più lunga in cui possiamo raggiungere l’avversario con i soli arti inferiori.In essa troviamo tecniche di Kick Boxing, Muay Thai, Savate, Pananjakman (tecnica filippina di combattimento con calci in linea bassa, pestate, spazzate e ogni colpo portato con gli arti inferiori).
2. Boxing Range (Pugni) = distanza più corta rispetto alla precedente in cui raggiungiamo l'avversario anche con gli arti superiori (pugni). Le tecniche utilizzate sono mutuate dal pugilato occidentale e dalla panantukan (boxe filippina).
3. Trapping Range (Intrappolamento) = distanza ancora più corta di quella di pugno in cui siamo in grado di bloccare (intrappolare) le braccia dell’avversario e portare una serie di colpi ravvicinati. Gli elementi sono presi dal Wing Chun e dal Kali filippino.Questa distanza è considerate la più brutale in quanto si possono usare le più devastanti percussioni e tecniche di terminazione dell’avversario (testate, gomitate , ginocchiate , pressioni di dita sul bulbo oculare). Il nostro programma è stato influenzato da quello della Progressive Fighting Systems di Paul Vunak.
4. Grappling Range (Lotta) = distanza in cui noi e l’avversario siamo corpo a corpo. Le tecniche desunte sono di Dumog (lotta filippina), Judo, Jiu Jitsu brasiliano, Sambo, Ju Jitsu giapponese,ecc.In più per una "estrema" difesa si inseriscono tecniche della Kino Mutai (arte marziale filippina specializzata nei morsi, nella pressione su punti dolorosi e vitali come gli occhi e tecniche per togliersi da posizioni svantaggiose).
E’ importante però non fossilizzarsi su nessuna distanza in particolare ma prenderle tutte in esame e fluire da una all’altra.Si potrà quindi combattere sulla lunga distanza per poi chiuderla con tecniche di distruzione e poi successivamente tornare alla lunga. O ancora passare dalla distanza dei calci a quella della lotta, per poi finire a terra e terminare il combattimento con una tecnica di finalizzazione tipica del Brazilian Jiu Jitsu anche se in uno scontro contro più avversari non è la scelta più consigliata...